Quali potrebbero essere in cantiere i problemi pratici che incontra l’installatore di ancoranti strutturali con i un progetto redatto da un professionista e conforme le norme?

Nella foratura: spesso l’impresa durante la creazione del foro incontra i ferri di armatura ed è tentata di tagliarli rischiando però di compromettere la risposta statica generale del supporto strutturale; in realtà ETAG 001 offre la possibilità di applicare i fissaggi anche tangenzialmente le barre di armatura (normalmente è sufficiente inclinare leggermente la punta di foratura per sfruttare l’opportunità) in quanto gli ancoranti CE sono testati anche in tale condizione in fase di omologazione. Relativamente alla progettazione, sia nella trattazione proposta dalla Linea Guida ETAG 001 che in quella Norma Europea EN 1992-4:2018 sono riportati, per ogni modo di rottura che interessa il calcestruzzo, i fattori da tenere in considerazione per la presenza di armatura all’interno del calcestruzzo.
Nel serraggio: gli ancoranti meccanici e chimici pur non essendo considerati dei bulloni assoggettati alle regole della EN 1090-2 hanno bisogno di realizzare il corretto attrito sottotesta e in particolare per i tasselli a controllo di coppia hanno necessità, misura per misura, di un preciso valore di coppia di serraggio per innescare il meccanismo d’attrito. Spesso l’impresa trascura questa fase perché non utilizza alcuna chiave dinamometrica tarata al valore di serraggio da scheda tecnica, imponendo così coppie troppo basse o addirittura troppo alte da indurre un pericoloso fenomeno di snervamento nel corpo della vite di fissaggio non rilevabile dall’esterno. Nella pulizia del foro: esiste da parte dell’installatore una evidente sottovalutazione dell’attività di rimozione della polvere accumulata sul fondo e sulle pareti del foro. Nel caso dei fissaggi a controllo di coppia il metodo previsto dal relativo certificato ETA prevede di soffiare il foro in modo da essere sicuri che l’infissione del fissaggio possa essere realizzata alla profondità prevista da progetto; nei fissaggi a vite si può evitare anche la soffiatura purché il foro sia sopratesta o la profondità del stesso, eseguito su superfici orizzontali, sia maggiore di quella prevista dal progetto di almeno tre diametri; per i fissaggi chimici la modalità dipende da prodotto a prodotto in base alle specificità chimico-fisiche e al tipo di supporto (muratura piena o calcestruzzo); di norma per resine Premium tipo FIS SB o FIS EM Plus bisogna eseguire in cls la sequenza di due soffiate, due scovolate, due soffiate. Un grande vantaggio sarebbe quello di usare le punte cave FHD che eseguono contemporaneamente sia la foratura che la pulizia del foro, permettendo di effettuare ancoraggi chimici e meccanici certificati secondo le omologazioni ETA di riferimento. Si risparmia metà del tempo di preparazione foro e, per i responsabili attenti alla sicurezza, si rende il luogo di lavoro più salubre in quanto la polvere non viene dispersa nell’ambiente e respirata dall’operatore durante l’operazione di soffiatura.

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